Il collettivo Wau è un’idea, nasce dalla volontà di fare rete tra una
moltitudine incredibile di artisti del web, che in un certo momento storico in
Italia hanno deciso di far sentire la propria voce, unendosi, rinunciando ad
inutili egoismi per un bene comune che è quello della tutela dei valori
fondamentali del web che sono la condivisione trasparente e democratica, e la continua ricerca di un dialogo con le
istituzioni e col mondo dell’entertainment a 360 gradi.
Il prossimo 7 marzo presso il Centro
Congressi del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università
La Sapienza di Roma si terrà il primo meeting nazionale rivolto a web-makers e
artisti del web, promosso dal collettivo WAU. Come si svolgerà la
manifestazione, che programma ha e quali partecipazioni prevede nel corso della
giornata?
Dicevo che Wau è semplicemente un’ idea. L’idea che l’unione fa la
forza e che il bene comune dovrebbe sempre essere anteposto ai particolarismi.
Ebbene il processo attraverso cui noi vorremmo portare avanti questa filosofia
si attua attraverso diverse fasi. La prima di queste ha visto me e Gianluca
Giardi (regista della webserie Mafia
University) in primis, confrontarci con altri colleghi conosciuti nei
festival (Andrea Galatà di Ushers,
Leonardo Settimelli de Il Progettino e
Giuseppe Capudi di Shadows) e
convergere sull’esigenza della creazione di un organismo come Wau che
coadiuvasse le idee e i bisogni di tanti altri che poi si sono aggiunti. Quella
del meeting è la fase successiva, in uno spazio fisico abbastanza grande e
soprattutto istituzionale come l’Università La Sapienza di Roma nel quale
discutere principalmente attraverso due momenti. Il primo sarà una tavola
rotonda in cui conferiranno personaggi del calibro di Maurizio Gianotti,
Annalisa Vacca, il regista Roberto Faenza ed esperti di quelli che sono tutti
gli aspetti legali alla tutela e alla promozione delle opere audiovisive su web. Il secondo
invece è una sorta di Call for Papers in cui gli stessi membri di Wau e non
solo presenteranno le personali case history, richiamando l’attenzione dei
colleghi su particolari necessità riguardanti il crowfounding o il monitoraggio
dei festival ecc.
Quest’ultima parte sarà particolarmente importante poiché detterà le
prossime mosse di Wau e tutta la politica da adottare per il futuro attraverso
successivi step.
Nel manifesto del collettivo si legge: “il
mondo delle web-serie vive una situazione allo sbaraglio: alle loro spalle non
vi sono grosse produzioni e non vengono pertanto adeguatamente tutelate a tutti
i livelli”. Come pensate di ribaltare questa prospettiva?
Molto in realtà si può fare e già si sta facendo in Italia. Aldilà di
Wau basti pensare ai sempre più numerosi bandi dedicati al finanziamento di
future webserie. Ma gli stessi webautori pur autoproducendosi potrebbero
iniziare a lavorare sempre più in equipe tra loro, abbattendo costi comuni e
condividendo attrezzature, e così potrebbero iniziare a generare lavori di
qualità sempre più eccelsa.
Come si può fare entrare capitali freschi nel
digitale e provvedere ai giusti canali di promozione?
Sono convinto che con la perdita sempre più accentuata di fette
importanti di raccolta pubblicitaria in Tv in favore di quella su web anche le
webfiction ne beneficeranno. Questo sarà garantito da un progressivo ricambio
generazionale dei fruitori di prodotti filmici i quali migreranno sempre più
dai vecchi media verso la Rete.
Quali sono le altre esigenze pratiche di chi
realizza web-series?

Avete mai formulato una sorta di carta
d’identità delle serie on line?
Sinceramente non ci abbiamo ancora pensato e non è uno dei nostri
obiettivi primari, anzi per questo ci sono i nostri amici di EMERGINGSERIES.NET
che stanno provvedendo a compilare una sorta di IMDB delle webserie a livello
mondiale!
Come viene fissato lo statuto di un prodotto
seriale che circola sul web? Negli ultimi mesi si sono moltiplicati festival,
rassegne e manifestazioni dedicate alle web-series. Non credi che i criteri di
valutazione delle opere siano antiquati?
Certo! E questo è uno degli obiettivi principali di Wau. Serve molta
più trasparenza nelle kermesse; sia per quanto riguarda i criteri di selezione,
che di votazione online (laddove prevista) e ancor di più ne servirebbe sulle motivazioni
che porterebbero un prodotto ad essere premiato in una manifestazione. Wau vuol
farsi garante nei Festival e su questo stiamo lavorando già parecchio anche in
collaborazione con alcuni di questi ma non voglio ancora anticiparvi troppo.
Le giurie e i parametri di selezione non sono
lontani da una estetica per molti versi ancora tutta da decriptare?


Preferisco non rispondere. Io dietro un messaggio del genere ci vedo
solo ricerca della viralità e marketing.
Rai e Mediaset sono i soggetti forti che
potrebbero finanziare web-series e investire sul mercato digitale. Il vostro
collettivo ha provato ad avvicinare i dirigenti delle due aziende? Sono
previsti incontri o tavole rotonde con il gruppo di viale Mazzini e del
Biscione?

Dopo il meeting-evento, quali saranno le
altre tappe di WAU? Ci sono progetti ambiziosi per il futuro digitale italiano?
Le novità post-meeting riguarderanno soprattutto la realtà dei
festival in Italia e la promozione online del nuovo sito wau dedicato agli
operatori del settore. Per restare in
tema di sceneggiature…non posso “spoilerare” di più.
Per altre info sul progetto del collettivo: www.wauitalia.it
Purtroppo le magliette sono andate a ruba...
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