UNO SPAZIO WEB DOVE TROVARE RECENSIONI INTERESSANTI, ARTICOLI SUL CINEMA DEL PASSATO, E UNA RIVISTA DIGITALE GRATUITA...
Maurizio Macchi, uno dei pilastri del gruppo di critici cinematografici di "Pellicola scaduta", ci racconta del suo blog - punto di riferimento di molti cinefili - e di cosa significa oggi recensire film e appassionarsi alla Settima Arte. L'amore per pellicole internazionali, i consigli per scrivere una buona recensione, la crisi del cinema italiano, le delusioni in sala: sono molti i temi affrontati nell'intervista.
Che cos'è "Pellicola scaduta" (www.pellicolascaduta.it) ce lo racconta uno dei suoi fondatori. Gli abbiamo rivolto alcune domande sulla sua attività di critico on-line.
Come
nasce l’idea del vostro blog e da che deriva il nome “pellicola scaduta”?
Perché produrre delle riviste digitali autonome, come il “pellicola scaduta
bites”?
La nascita di
Pellicola Scaduta è stata una cosa per nulla programmata e molto istintiva.
Noi, un gruppo di amici con in comune la passione per il cinema, non avevamo
nessun obiettivo, nessun traguardo, nessuna ambizione, ma volevamo solo parlare
di ciò che amavamo (e che tutt'ora amiamo) attraverso uno spazio che fosse
nostro.
In questo spazio non abbiamo né limiti né scadenze, possiamo usare
tutti gli stili e i toni che vogliamo, senza censure, in un rapporto col cinema
e coi nostri lettori incredibilmente sincero e trasparente.
Nel 2005 (già 8
anni?!) è nata una prima versione sperimentale del sito appoggiata a Blogger,
poi nel 2006 siamo sbarcati su dominio .it e, grazie anche alle abilità
professionali di alcuni di noi, abbiamo
radicalmente rinnovato pure la grafica e le varie funzionalità.
Parallelamente i contenuti hanno assunto sempre più una forma di recensione,
sempre priva però di quei filtri tipici della critica specializzata che rendono
magari difficile la comprensione a chi non è un cinefilo esperto. Noi siamo
maturati ma sempre mantenendo la nostra semplicità, e durante gli anni
successivi abbiamo avviato anche alcune collaborazioni con altri web-critici,
come CineBlog e Rapporto Confidenziale. Mentre intanto procedevamo imperterriti
con tutte queste attività e zigzagavamo persino fra l'organizzazione di
cineforum nella nostra zona geografica, quella di Varese, e un'intervista al
programma “Siamo Stati Uniti” di Coming Soon Television, è arrivato anche
Pellicola Scaduta Bites.
Cos'è? Lo dice il
nome: sono piccoli morsi di tutto ciò che passa sul nostro sito, dal miglior
film del mese ad un classico da ricordare, il tutto in un formato digitale
consultabile direttamente on line. Il suo scopo è quello di avere dei comodi
estratti di quel che di bello abbiamo visto recentemente. Insomma, mica
pretendiamo che i nostri lettori si leggano al 100% tutte le nostre cavolate
che scriviamo...
Per quanto riguarda
la curiosità relativa al nostro nome: beh, è un nome particolare, orecchiabile,
che ci è sempre piaciuto nel suo non essere un banale “cinequalcosa”, e che
oltretutto richiama l'impiego che si fa talvolta nel cinema di pellicole
scadute, che non vengono buttate via, ma vengono magari anzi impiegate per
sperimentare un qualcosa di diverso.
Ho
notato che nel vostro spazio web non vi lasciate influenzare dalle mode del
momento e mantenete un amore smisurato per il cinema classico. Autori preferiti
e pietre miliari nella cinematografia del passato?
Come ho detto, non
abbiamo commissioni o scadenze, non ci interessa se esce al cinema il film
evento che tutti aspettano e di cui invece a noi magari non frega niente.
Scegliamo noi cosa e quando vedere senza porci troppi problemi, passando in
continuazione dall'ultimo film di super-eroi Marvel allo sconosciuto film
malese che non ti aspetti, dal capolavoro statunitense degli anni d'oro di
Hollywood all'azione poliziesca di un cinema sottovalutato come quello di Hong
Kong, dal b-movie più brutto girato dal peggiore dei seguaci di Ed Wood alla
sorpresa indie snobbata in tutti i festival per i quali è passata.
Sugli autori
preferiti e sulle pellicole che adoriamo del passato ci sarebbe troppo da
discutere. Quello che dico sempre io è “mai chiedere a un cinefilo qual è il
suo film preferito, perché se ti va bene avresti la risposta solo dopo due ore
e con una lista di centinaia di nomi e titoli”. Ad ogni modo, per non fuggire
la domanda, rispondo in maniera stringata (e gravemente incompleta): Ingmar
Bergman e tutte le sfumature grandi e piccole della sua filmografia, Stanley
Kubrick e la sua genialità al di là del tempo riversata nei più svariati
generi, F.W. Murnau e il suo gotico originale e rivoluzionario, Akira Kurosawa
e la sua capacità di raccontare contemporaneamente battaglie epiche e animi
afflitti, Charlie Chaplin e le sue avventure dolci-amare, Ishiro Honda e i suo
meravigliosi mostri, senza per questo dimenticare grandi del cinema nostrano
come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Sergio Leone, Dino Risi, Vittorio
De Sica e altri mille maestri della storia del cinema che sto immeritatamente
omettendo.
A vostro parere oggi la critica
cinematografica riesce ad orientare il pubblico nella scelta dei film da
vedere? Ha una sua influenza sugli spettatori incuriositi da un lungometraggio
che spulciano una recensione prima di andare in sala?
Sebbene il mestiere del critico finisce più o meno inevitabilmente
sempre con l'orientare una certa fascia di pubblico, la speranza è sempre che
uno spettatore guadagni invece flessibilità e capacità di elaborazione di
giudizi personali ad ogni film, visione dopo visione, in un incremento di
consapevolezza che ne renda sempre più indipendente ed intelligente il
pensiero.
Detto questo, però, paradossalmente mi piace anche credere che ogni
tanto qualcuno, dopo aver letto una mia recensione, cambi ancora idea a
proposito di un film che ha visto e che aveva inesorabilmente inquadrato in una
certa maniera.
Capita mai di litigare con un collega
e di accapigliarsi per una valutazione diversa dello stesso film?
Assolutamente no!
Anche perché su Pellicola Scaduta vige la regola che se uno di noi non è
d'accordo a proposito di un film seduta stante viene espulso dallo staff!
No, scherzi a
parte, riteniamo che il confronto fra le idee venga sempre prima di tutto (e
questo non vale mica solo per il cinema!). Dunque evviva quando a uno piace un
film e ad un altro no, ed evviva alla discussione che ne consegue. Ci si
scambia pareri, si fa analisi sotto diversi profili, ci si confronta su punti
di vista differenti. Poi magari alla fine non servirà a niente e probabilmente
ognuno rimarrà della stessa opinione, ma la discussione costruttiva fra le
persone rimane fondamentale in ogni ambito.
Nel vostro blog c’è una netta
predilezione per il cinema d’oltreoceano. Che giudizio date del cinema italiano
degli ultimi anni?
Che dire... Non ci vuole un genio per notare che
gli anni '40, '50 e '60 sono passati e non ci vuole un genio per capire che
ormai troppo spesso il fare arte viene sostituito dal fare profitto. La
conseguenza è evidente: il degrado, e questo lo si nota soprattutto in un
genere che è quello che gli italiani facevano meglio di tutti, e cioè la
commedia.
Oggi di Gassman, di Sordi e di Tognazzi non ce ne
sono più, come d'altronde anche di Mastroianni, di Cardinale e di Volontè, e la
maggior parte dei registi si concentra più che altro su due filoni primari: la
commedia becera (e non intendo solo i cinepanettoni, ma pure tutti quei film
fatti con lo stampino come “Benvenuti al sud”, che avranno pure successo ma
proprio sottili non sono) e il drammatico di solito fintamente impegnato. Dico
“di solito” perché non è che bisogna essere per forza negativi, in quanto di
grandi talenti e di autori promettenti ce ne sono anche in Italia: ricordo
ancora bene la nostra esultanza per gli applausi agli straordinari Garrone e
Sorrentino al Festival di Cannes 2008!
Il web, in cui il sapere circola
senza barriere, ha portato trasformazioni
nel rapporto tra spettatori e cinema? Come ha cambiato il panorama della
critica?
Il Web ha cambiato
un po' tutto e quindi di sicuro anche la critica, gli spettatori e il loro modo
di rapportarsi col cinema. Internet ha accelerato ogni processo, ha reso ogni
informazione fruibile prima di subito e così se prima lo spettatore doveva
scegliere il film da vedere dal quotidiano, oggi ha a disposizione motori di
ricerca potentissimi per soddisfare le sue esigenze; se prima doveva andare a
noleggiare un dvd in videoteca, oggi può usufruire di uno dei milioni di
servizi on line (leciti e non); se prima doveva avere per forza un amico
appassionato quanto lui, oggi ha la possibilità di incontrare altri cinefili
sulla Rete e affrontare confronti con loro; se prima aveva poche possibilità di
catalogare le proprie visioni, oggi può addirittura aprire senza troppe
difficoltà un sito dove registrare le proprie opinioni.
D'altro canto, come
i quotidiani hanno dovuto adattarsi per sopravvivere in questo mondo
dell'informazione esponenzialmente sempre più frenetico e competitivo, anche i
critici hanno dovuto farlo, attraverso digitalizzazioni di testate e creazioni
di portali dedicati alla loro professione.
Accanto a loro è
nata inevitabilmente una miriade di web-critici esordienti o di aspiranti tali,
giovani da apprezzare per la loro passione ma pure da considerare appunto
giusto web-critici esordienti o aspiranti tali. Insomma, qua nessuno sta
cercando di rubare lavoro a nessun altro e nessuno sta cercando di smontare una
professione. In fondo anche alla base di Pellicola Scaduta non c'è mai stata e
tutt'ora non c'è nessuna ambizione di sostituire il Morandini di turno, ma
giusto quella di offrire modesti pareri sì più o meno critici, ma non tali da
voler essere considerati una Bibbia. A noi basta divertirci e magari riuscire a
smuovere una discussione o ad offrire spunti alternativi alle letture dei film
che proponiamo.
Quali sono gli strumenti che il
critico ha a disposizione per analizzare un film? In che proporzione deve
esserci il riassunto del film in una recensione? Ci sono griglie o modelli per
svolgere bene l’analisi di un’opera?
A parte una minima formazione tecnica e un po' di buonsenso, non
bisogna essere degli Einstein per fare quel che facciamo noi sul nostro sito.
Alla fine è l'esperienza che fa maturare la nostra cultura, sia in ambito
cinematografico, sia per quanto riguarda strettamente la stesura delle
recensioni.
Se ci fate caso, le prime recensioni seguite all'apertura di
Pellicola Scaduta sono rimaste le peggiori: sono scarne, superficiali e
lacunose. Soltanto vedendo film su film si può acquisire un occhio critico che
ti mette in grado di cogliere sfumature diverse, di accorgerti delle influenze
e dei riferimenti dei vari registi, di capire il perché di una pellicola
all'interno della filmografia di un autore e di inquadrare così infine anche
opere più criptiche o sperimentali.
Per questo non c'è nessuno schema preciso da seguire nell'analisi
di un'opera, perché è l'opera stessa a parlare di sé. Di conseguenza una
recensione può cominciare analizzando un aspetto e proseguire su un altro,
mentre relativamente ad un'altra pellicola un percorso di questo tipo può
risultare del tutto inadatto. Se un cineasta è noto per l'attenzione che presta
ad un certo tipo di tematica, non ha senso concentrarsi sull'analizzare l'aspetto
estetico che magari è meno caratteristico per quel regista.
Riguardo i riassunti delle trame nelle recensioni abbiamo un'idea
un po' severa: servono più che altro giusto ad allungare il brodo.
Personalmente, da spettatore, quando vado a cercare l'analisi di un film, vado
solo dopo averlo visto, in modo da identificare chiavi di lettura diverse da
quelle trovate da me o comunque da avere spunti di riflessioni che mi facciano
maturare una qualche opinione di sostanza. Se invece sono uno spettatore a cui interessa
solo la trama per capire cosa si racconta in un certo film che mi sto
accingendo a vedere vado diretto su Wikipedia...
Che bilancio trarreste
dall’esperienza dei libri di critica che avete auto-pubblicato? Vi siete
trovati bene col self-publishing e con la piattaforma Lulu?
I due-e-a-breve-tre
libri che abbiamo auto-pubblicato sono stati un'esperienza diversa, che ci ha
portati ad approfondire enormemente un tema specifico per un certo periodo.
Prima è stata la volta dell'immensa cinematografia dedicata alla Shoah, per il
quale hanno collaborato tre membri dello staff, poi è stata la volta dei “saggi
in solitaria”: Matteo Contin si è dedicato ai film dei Beatles, mentre io sono
finito ad occuparmi dell'ottalogia horror del grande Roger Corman ispirata ad
Edgar Allan Poe.
Lulu si è
dimostrato un fornitore affidabile tanto per gli e-book quanto per le edizioni
cartacee. E' un sistema intuitivo e che offre parecchie alternative, così da
poter soddisfare esigenze diverse. Probabilmente, qualche tempo fa, i maggiori
difetti erano i tempi di stampa e spedizione, ma ad oggi la piattaforma è
migliorata nettamente anche su quel fronte.
Bertolucci ha detto che c’è più
cinema nelle serie tv americane che nei film europei dell’ultimo decennio.
Condividete questo giudizio e non vi sembra di aver trascurato nel vostro
lavoro di critici serie come Lost, I Soprano o Dexter?
Come tutti, siamo
anche noi degli assidui consumatori di serie tv, ma, per una scelta – diciamo –
filosofica, abbiamo sempre deciso di non coinvolgerle nel nostro sito. Questo
non tanto perché esse siano indegne di considerazione (anzi, alcune sono
indubbiamente spettacolari!), ma più che altro per non deviare troppo dalla
tipologia del materiale coinvolto. Non so se mi spiego, ma la nostra paura è
sempre stata quella di allargare troppo gli orizzonti e poi finire per togliere
valore al nostro sito rendendolo magari troppo dispersivo. In ogni caso abbiamo
una sezione di speciali nel sito e, fra un'intervista e l'altra a qualche
personalità del mondo del cinema, non è mancata l'occasione di spendere qualche
parola a proposito di serie come Lost o The lost room.
Infine, per
dimostrare il nostro amore per le serie, colgo (poco gentilmente) anche
l'occasione di pubblicizzare Laika, quella che è una serie web prodotta
e realizzata dal già prima menzionato Matteo Contin e da Francesco Ambrosiano,
anch'egli uno dei papà di Pellicola Scaduta. Girata nella nostra realtà di
provincia, è visionabile direttamente sul suo sito ufficiale o su YouTube.
Qual è il film che consigliereste di vedere
nell’ultima stagione cinematografica, un “must” che a vostro giudizio è passato
inosservato al grande pubblico? E quale il film peggiore che vi è capitato di
vedere, quello da cui sareste voluti scappare dalla sala?
Da “Cosmopolis” a “Moonrise kingdom”, da “Amour” a
“Le streghe di Salem”, i film degni di nota quest'anno sono diversi. Ma se
davvero vogliamo andare a citare opere che sono anche passate inosservate
nonostante la loro bellezza, sono costretto a fare almeno due nomi: “Ruby
Sparks”, un'inusuale commedia degli autori di “Little Miss Sunshine”, e “Holy
motors”, strambo e potente capolavoro di un autore originale come Leos Carax.
Se di pellicole buone ce ne sono state tante, di
peggiori ce ne sono state letteralmente a bizzeffe. In compenso, giusto per
dirne uno, menziono il recentemente da noi recensito “After Earth”, un
noiosissimo action-movie che dimostra l'enorme caduta che, film dopo film, sta
subendo M. Night Shyamalan, un autore che era stato inizialmente capace di
farsi notare per il suo talento ma che ora non riesce a sollevarsi dal fondo
del barile in cui è caduto da un po' di tempo.
Maurizio Macchi
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