lunedì 17 giugno 2013

LA CRITICA ON LINE – Le migliori recensioni, i migliori critici - Parte 2


UNO SPAZIO WEB DOVE TROVARE RECENSIONI INTERESSANTI, ARTICOLI SUL CINEMA DEL PASSATO, E UNA RIVISTA DIGITALE GRATUITA...   
Maurizio Macchi, uno dei pilastri del gruppo di critici cinematografici di "Pellicola scaduta", ci racconta del suo blog - punto di riferimento di molti cinefili - e di cosa significa oggi recensire film e appassionarsi alla Settima Arte. L'amore per pellicole internazionali, i consigli per scrivere una buona recensione, la crisi del cinema italiano, le delusioni in sala: sono molti i temi affrontati nell'intervista.

Che cos'è "Pellicola scaduta" (www.pellicolascaduta.it) ce lo racconta uno dei suoi fondatori. Gli abbiamo rivolto alcune domande sulla sua attività di critico on-line.

Come nasce l’idea del vostro blog e da che deriva il nome “pellicola scaduta”? Perché produrre delle riviste digitali autonome, come il “pellicola scaduta bites”? 
La nascita di Pellicola Scaduta è stata una cosa per nulla programmata e molto istintiva. Noi, un gruppo di amici con in comune la passione per il cinema, non avevamo nessun obiettivo, nessun traguardo, nessuna ambizione, ma volevamo solo parlare di ciò che amavamo (e che tutt'ora amiamo) attraverso uno spazio che fosse nostro. 
In questo spazio non abbiamo né limiti né scadenze, possiamo usare tutti gli stili e i toni che vogliamo, senza censure, in un rapporto col cinema e coi nostri lettori incredibilmente sincero e trasparente.
Nel 2005 (già 8 anni?!) è nata una prima versione sperimentale del sito appoggiata a Blogger, poi nel 2006 siamo sbarcati su dominio .it e, grazie anche alle abilità professionali di alcuni di noi, abbiamo  radicalmente rinnovato pure la grafica e le varie funzionalità. Parallelamente i contenuti hanno assunto sempre più una forma di recensione, sempre priva però di quei filtri tipici della critica specializzata che rendono magari difficile la comprensione a chi non è un cinefilo esperto. Noi siamo maturati ma sempre mantenendo la nostra semplicità, e durante gli anni successivi abbiamo avviato anche alcune collaborazioni con altri web-critici, come CineBlog e Rapporto Confidenziale. Mentre intanto procedevamo imperterriti con tutte queste attività e zigzagavamo persino fra l'organizzazione di cineforum nella nostra zona geografica, quella di Varese, e un'intervista al programma “Siamo Stati Uniti” di Coming Soon Television, è arrivato anche Pellicola Scaduta Bites.
Cos'è? Lo dice il nome: sono piccoli morsi di tutto ciò che passa sul nostro sito, dal miglior film del mese ad un classico da ricordare, il tutto in un formato digitale consultabile direttamente on line. Il suo scopo è quello di avere dei comodi estratti di quel che di bello abbiamo visto recentemente. Insomma, mica pretendiamo che i nostri lettori si leggano al 100% tutte le nostre cavolate che scriviamo...
Per quanto riguarda la curiosità relativa al nostro nome: beh, è un nome particolare, orecchiabile, che ci è sempre piaciuto nel suo non essere un banale “cinequalcosa”, e che oltretutto richiama l'impiego che si fa talvolta nel cinema di pellicole scadute, che non vengono buttate via, ma vengono magari anzi impiegate per sperimentare un qualcosa di diverso.

Ho notato che nel vostro spazio web non vi lasciate influenzare dalle mode del momento e mantenete un amore smisurato per il cinema classico. Autori preferiti e pietre miliari nella cinematografia del passato?
Come ho detto, non abbiamo commissioni o scadenze, non ci interessa se esce al cinema il film evento che tutti aspettano e di cui invece a noi magari non frega niente. 
Scegliamo noi cosa e quando vedere senza porci troppi problemi, passando in continuazione dall'ultimo film di super-eroi Marvel allo sconosciuto film malese che non ti aspetti, dal capolavoro statunitense degli anni d'oro di Hollywood all'azione poliziesca di un cinema sottovalutato come quello di Hong Kong, dal b-movie più brutto girato dal peggiore dei seguaci di Ed Wood alla sorpresa indie snobbata in tutti i festival per i quali è passata.
Sugli autori preferiti e sulle pellicole che adoriamo del passato ci sarebbe troppo da discutere. Quello che dico sempre io è “mai chiedere a un cinefilo qual è il suo film preferito, perché se ti va bene avresti la risposta solo dopo due ore e con una lista di centinaia di nomi e titoli”. Ad ogni modo, per non fuggire la domanda, rispondo in maniera stringata (e gravemente incompleta): Ingmar Bergman e tutte le sfumature grandi e piccole della sua filmografia, Stanley Kubrick e la sua genialità al di là del tempo riversata nei più svariati generi, F.W. Murnau e il suo gotico originale e rivoluzionario, Akira Kurosawa e la sua capacità di raccontare contemporaneamente battaglie epiche e animi afflitti, Charlie Chaplin e le sue avventure dolci-amare, Ishiro Honda e i suo meravigliosi mostri, senza per questo dimenticare grandi del cinema nostrano come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Sergio Leone, Dino Risi, Vittorio De Sica e altri mille maestri della storia del cinema che sto immeritatamente omettendo.

A vostro parere oggi la critica cinematografica riesce ad orientare il pubblico nella scelta dei film da vedere? Ha una sua influenza sugli spettatori incuriositi da un lungometraggio che spulciano una recensione prima di andare in sala?
Sebbene il mestiere del critico finisce più o meno inevitabilmente sempre con l'orientare una certa fascia di pubblico, la speranza è sempre che uno spettatore guadagni invece flessibilità e capacità di elaborazione di giudizi personali ad ogni film, visione dopo visione, in un incremento di consapevolezza che ne renda sempre più indipendente ed intelligente il pensiero.
Detto questo, però, paradossalmente mi piace anche credere che ogni tanto qualcuno, dopo aver letto una mia recensione, cambi ancora idea a proposito di un film che ha visto e che aveva inesorabilmente inquadrato in una certa maniera.

Capita mai di litigare con un collega e di accapigliarsi per una valutazione diversa dello stesso film?
Assolutamente no! Anche perché su Pellicola Scaduta vige la regola che se uno di noi non è d'accordo a proposito di un film seduta stante viene espulso dallo staff!
No, scherzi a parte, riteniamo che il confronto fra le idee venga sempre prima di tutto (e questo non vale mica solo per il cinema!). Dunque evviva quando a uno piace un film e ad un altro no, ed evviva alla discussione che ne consegue. Ci si scambia pareri, si fa analisi sotto diversi profili, ci si confronta su punti di vista differenti. Poi magari alla fine non servirà a niente e probabilmente ognuno rimarrà della stessa opinione, ma la discussione costruttiva fra le persone rimane fondamentale in ogni ambito.

Nel vostro blog c’è una netta predilezione per il cinema d’oltreoceano. Che giudizio date del cinema italiano degli ultimi anni? 
Che dire... Non ci vuole un genio per notare che gli anni '40, '50 e '60 sono passati e non ci vuole un genio per capire che ormai troppo spesso il fare arte viene sostituito dal fare profitto. La conseguenza è evidente: il degrado, e questo lo si nota soprattutto in un genere che è quello che gli italiani facevano meglio di tutti, e cioè la commedia.
Oggi di Gassman, di Sordi e di Tognazzi non ce ne sono più, come d'altronde anche di Mastroianni, di Cardinale e di Volontè, e la maggior parte dei registi si concentra più che altro su due filoni primari: la commedia becera (e non intendo solo i cinepanettoni, ma pure tutti quei film fatti con lo stampino come “Benvenuti al sud”, che avranno pure successo ma proprio sottili non sono) e il drammatico di solito fintamente impegnato. Dico “di solito” perché non è che bisogna essere per forza negativi, in quanto di grandi talenti e di autori promettenti ce ne sono anche in Italia: ricordo ancora bene la nostra esultanza per gli applausi agli straordinari Garrone e Sorrentino al Festival di Cannes 2008!

Il web, in cui il sapere circola senza barriere, ha portato trasformazioni  nel rapporto tra spettatori e cinema? Come ha cambiato il panorama della critica?
Il Web ha cambiato un po' tutto e quindi di sicuro anche la critica, gli spettatori e il loro modo di rapportarsi col cinema. Internet ha accelerato ogni processo, ha reso ogni informazione fruibile prima di subito e così se prima lo spettatore doveva scegliere il film da vedere dal quotidiano, oggi ha a disposizione motori di ricerca potentissimi per soddisfare le sue esigenze; se prima doveva andare a noleggiare un dvd in videoteca, oggi può usufruire di uno dei milioni di servizi on line (leciti e non); se prima doveva avere per forza un amico appassionato quanto lui, oggi ha la possibilità di incontrare altri cinefili sulla Rete e affrontare confronti con loro; se prima aveva poche possibilità di catalogare le proprie visioni, oggi può addirittura aprire senza troppe difficoltà un sito dove registrare le proprie opinioni.
D'altro canto, come i quotidiani hanno dovuto adattarsi per sopravvivere in questo mondo dell'informazione esponenzialmente sempre più frenetico e competitivo, anche i critici hanno dovuto farlo, attraverso digitalizzazioni di testate e creazioni di portali dedicati alla loro professione.
Accanto a loro è nata inevitabilmente una miriade di web-critici esordienti o di aspiranti tali, giovani da apprezzare per la loro passione ma pure da considerare appunto giusto web-critici esordienti o aspiranti tali. Insomma, qua nessuno sta cercando di rubare lavoro a nessun altro e nessuno sta cercando di smontare una professione. In fondo anche alla base di Pellicola Scaduta non c'è mai stata e tutt'ora non c'è nessuna ambizione di sostituire il Morandini di turno, ma giusto quella di offrire modesti pareri sì più o meno critici, ma non tali da voler essere considerati una Bibbia. A noi basta divertirci e magari riuscire a smuovere una discussione o ad offrire spunti alternativi alle letture dei film che proponiamo.

Quali sono gli strumenti che il critico ha a disposizione per analizzare un film? In che proporzione deve esserci il riassunto del film in una recensione? Ci sono griglie o modelli per svolgere bene l’analisi di un’opera?  
A parte una minima formazione tecnica e un po' di buonsenso, non bisogna essere degli Einstein per fare quel che facciamo noi sul nostro sito. Alla fine è l'esperienza che fa maturare la nostra cultura, sia in ambito cinematografico, sia per quanto riguarda strettamente la stesura delle recensioni.
Se ci fate caso, le prime recensioni seguite all'apertura di Pellicola Scaduta sono rimaste le peggiori: sono scarne, superficiali e lacunose. Soltanto vedendo film su film si può acquisire un occhio critico che ti mette in grado di cogliere sfumature diverse, di accorgerti delle influenze e dei riferimenti dei vari registi, di capire il perché di una pellicola all'interno della filmografia di un autore e di inquadrare così infine anche opere più criptiche o sperimentali.
Per questo non c'è nessuno schema preciso da seguire nell'analisi di un'opera, perché è l'opera stessa a parlare di sé. Di conseguenza una recensione può cominciare analizzando un aspetto e proseguire su un altro, mentre relativamente ad un'altra pellicola un percorso di questo tipo può risultare del tutto inadatto. Se un cineasta è noto per l'attenzione che presta ad un certo tipo di tematica, non ha senso concentrarsi sull'analizzare l'aspetto estetico che magari è meno caratteristico per quel regista.
Riguardo i riassunti delle trame nelle recensioni abbiamo un'idea un po' severa: servono più che altro giusto ad allungare il brodo. Personalmente, da spettatore, quando vado a cercare l'analisi di un film, vado solo dopo averlo visto, in modo da identificare chiavi di lettura diverse da quelle trovate da me o comunque da avere spunti di riflessioni che mi facciano maturare una qualche opinione di sostanza. Se invece sono uno spettatore a cui interessa solo la trama per capire cosa si racconta in un certo film che mi sto accingendo a vedere vado diretto su Wikipedia...

Che bilancio trarreste dall’esperienza dei libri di critica che avete auto-pubblicato? Vi siete trovati bene col self-publishing e con la piattaforma Lulu?
I due-e-a-breve-tre libri che abbiamo auto-pubblicato sono stati un'esperienza diversa, che ci ha portati ad approfondire enormemente un tema specifico per un certo periodo. Prima è stata la volta dell'immensa cinematografia dedicata alla Shoah, per il quale hanno collaborato tre membri dello staff, poi è stata la volta dei “saggi in solitaria”: Matteo Contin si è dedicato ai film dei Beatles, mentre io sono finito ad occuparmi dell'ottalogia horror del grande Roger Corman ispirata ad Edgar Allan Poe.
Lulu si è dimostrato un fornitore affidabile tanto per gli e-book quanto per le edizioni cartacee. E' un sistema intuitivo e che offre parecchie alternative, così da poter soddisfare esigenze diverse. Probabilmente, qualche tempo fa, i maggiori difetti erano i tempi di stampa e spedizione, ma ad oggi la piattaforma è migliorata nettamente anche su quel fronte.


Bertolucci ha detto che c’è più cinema nelle serie tv americane che nei film europei dell’ultimo decennio. Condividete questo giudizio e non vi sembra di aver trascurato nel vostro lavoro di critici serie come Lost, I Soprano o Dexter?
Con questa domanda sfondi una porta aperta.
Come tutti, siamo anche noi degli assidui consumatori di serie tv, ma, per una scelta – diciamo – filosofica, abbiamo sempre deciso di non coinvolgerle nel nostro sito. Questo non tanto perché esse siano indegne di considerazione (anzi, alcune sono indubbiamente spettacolari!), ma più che altro per non deviare troppo dalla tipologia del materiale coinvolto. Non so se mi spiego, ma la nostra paura è sempre stata quella di allargare troppo gli orizzonti e poi finire per togliere valore al nostro sito rendendolo magari troppo dispersivo. In ogni caso abbiamo una sezione di speciali nel sito e, fra un'intervista e l'altra a qualche personalità del mondo del cinema, non è mancata l'occasione di spendere qualche parola a proposito di serie come Lost o The lost room.
Infine, per dimostrare il nostro amore per le serie, colgo (poco gentilmente) anche l'occasione di pubblicizzare Laika, quella che è una serie web prodotta e realizzata dal già prima menzionato Matteo Contin e da Francesco Ambrosiano, anch'egli uno dei papà di Pellicola Scaduta. Girata nella nostra realtà di provincia, è visionabile direttamente sul suo sito ufficiale o su YouTube.
Qual è il film che consigliereste di vedere nell’ultima stagione cinematografica, un “must” che a vostro giudizio è passato inosservato al grande pubblico? E quale il film peggiore che vi è capitato di vedere, quello da cui sareste voluti scappare dalla sala?
Da “Cosmopolis” a “Moonrise kingdom”, da “Amour” a “Le streghe di Salem”, i film degni di nota quest'anno sono diversi. Ma se davvero vogliamo andare a citare opere che sono anche passate inosservate nonostante la loro bellezza, sono costretto a fare almeno due nomi: “Ruby Sparks”, un'inusuale commedia degli autori di “Little Miss Sunshine”, e “Holy motors”, strambo e potente capolavoro di un autore originale come Leos Carax.
Se di pellicole buone ce ne sono state tante, di peggiori ce ne sono state letteralmente a bizzeffe. In compenso, giusto per dirne uno, menziono il recentemente da noi recensito “After Earth”, un noiosissimo action-movie che dimostra l'enorme caduta che, film dopo film, sta subendo M. Night Shyamalan, un autore che era stato inizialmente capace di farsi notare per il suo talento ma che ora non riesce a sollevarsi dal fondo del barile in cui è caduto da un po' di tempo.



Maurizio Macchi

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