lunedì 17 marzo 2014

IL NASCONDIGLIO DELLA FARFALLA: la recensione

E’ nata una nuova eroina: la psicologa Sandra Kapsa fa il suo ingresso nella letteratura poliziesca. 
Perspicace, romantica e tenace, Sandra rappresenta il contraltare femminile dell’avvocato Guerrieri, il personaggio creato da Carofiglio, con qualche umano difetto in più, i dubbi di una donna e l’acume di un’emula di Freud.
Il nascondiglio della farfalla è la prima incursione nel giallo di Ippolita Avalli, autrice di narrativa impegnata e già finalista al premio Strega. Dalla parte della Avalli psicologie ben costruite, scenari vibranti e meccanismi narrativi efficaci. 

Mondadori, COLLANA Omnibus Italiani - PAGINE 250 - PREZZO 16,00 euro

La pupa abbandona la vecchia pelle e si trasforma in fragile insetto dalle ali penzolanti. Questa sembra essere la condizione umana per la scrittrice Ippolita Avalli. Siamo tutti farfalle. Siamo lontani dalla maturità, deboli, precari, alla ricerca di una forma definitiva e con qualche segreto inconfessabile. Lo è anche Sandra Kapsa, protagonista de Il nascondiglio della farfalla: 40 anni, sognatrice, malinconica, amante delle cabine degli ascensori e dei cinema (ma non dell’odore dei popcorn), una vita tranquilla, con un lavoro di psicanalista presso uno studio privato (ricavato in casa) e un centro per donne maltrattate.

TRAMA
Sandra riceve al Centro Antiviolenza Donna le persone che non possono permettersi un analista. Lì conosce Betty, una ragazza bella, fragile e sola. Quando la giovane paziente scompare, la psicologa decide di mettersi sulle sue tracce, spinta da antichi sensi di colpa. La polizia sembra infischiarsene della sparizione. Così Sandra decide di indagare da sola, partendo dalle rivelazioni di Betty riguardo a un collega che le faceva stalking. Ad aiutarla il suo nuovo vicino di casa, Paolo Rosato, un vicecommissario duro e affascinante, con un figlio problematico a carico e una separazione da gestire.  
Le indagini di Sandra la portano all’Argentario, che non rivede da vent’anni, in luoghi in cui ha vissuto traumi che l’hanno segnata per sempre. In Toscana la aspettano ferite che non si sono rimarginate e il confronto col doloroso passato, ma anche nuove rivelazioni su un delitto di molti anni prima che nessuno ha mai risolto. E se la scomparsa di Betty fosse correlata a quel tragico evento del passato?  

STILE, CARATTERISTICHE E NOVITA’ DEL ROMANZO
Il romanzo colpisce per l’asciuttezza delle descrizioni, una prosa levigata e preziosa, mai enfatica, e la padronanza dei meccanismi narrativi tipici del giallo. 
La storia parte un po’ in sordina, ma ti fa appassionare da subito alla protagonista, alla sua fragilità e alle sue piccole manie, e poi decolla con una forte suspense e un alto tasso di adrenalina che porta a smascherare il vero colpevole solo all’ultima pagina.          

Da Il nascondiglio della farfalla escono fuori con prepotenza due scenari, Roma e l’Argentario, che non risultano semplici sfondi. La capitale è ricostruita con brio e ironia, filtrata da un occhio attento alla quotidianità e vista da una prospettiva più intimista rispetto alla Roma magniloquente e corrotta de La grande bellezza. L’Argentario è un luogo ameno che nasconde tanti segreti, un posto di villeggiatura dell’alta borghesia, costellato di buoni ristoranti e lidi incantevoli che resistono alla speculazione edilizia.

Ma il maggior pregio della storia, al di là del crescendo di attentati, ipotesi investigative e colpi di scena presenti nella seconda parte del romanzo, è il ritratto femminile di Sandra. La protagonista ti affascina, ti incuriosisce, ti centra dritto al cuore creando dipendenza dalla lettura, le pagine scorrono una dopo l’altra, e ti viene da affezionarti a questo personaggio abbastanza atipico nel mondo del poliziesco.
«Gli psicanalisti sono dei traghettatori: il loro compito è portare allo scoperto il nostro inconscio. – ha dichiarato l’autrice. – E  quando il nostro lato oscuro e ancestrale non viene fuori in un lavoro su se stessi può deflagrare in situazioni limite che si presentano nella vita
Sandra è una psicologa che si sente “manchevole”, ha relazioni tutto sommato appaganti ma non rinuncia a cercare qualcosa di più nei rapporti umani. Il canovaccio del giallo, come tutti i gialli che si rispettano, la metterà alla prova, farà riaffiorare ricordi sepolti, la porterà a conoscere un fascinoso poliziotto e seminerà rischi mortali sul suo cammino. Sandra non veste un impermeabile alla Marlowe con appesa l’etichetta “hard-boiled” e neppure pronuncia paroloni incomprensibili guardando cadaveri irrigiditi in obitorio. E’ una donna normale, come tante, in cui lettori e lettrici potranno identificarsi, e reagirà alle disavventure che le capitano con l’eroismo e l’autoironia che troviamo in noi stessi nelle situazioni limite. In fondo ciascuno di noi, costretto dagli eventi, si può trasformare in un detective, schivare tentativi di omicidio e, forse, andare oltre l’immaginabile.

GIALLO AL FEMMINILE
Per la sensibilità della scrittura, per l’interessante galleria dei personaggi e per l’acume psicologico nelle descrizioni il poliziesco della Avalli ricorda molto i libri di Alicia Giménez-Bartlett, la creatrice della saga poliziesca di Petra Delicado.
Il nascondiglio della farfalla coniuga con equilibrio l’aspetto psicologico e le dinamiche relazioni alla pura meccanica del plot di genere. Presenta l’indubbio vantaggio di inserire un lato romance nel rompicapo del “chi è stato” e tra le pieghe del giallo fa affiorare risvolti minimalisti e delle brillanti pagine rosa.
Sceneggiatrice di Fellini, autrice di Aspettando Ketty, La dea dei baci, Amami, Nascere non basta e Mi manchi, Ippolita Avalli si inserisce a pieno titolo in una produzione corposa che va dalla mitica thrillerista americana Patricia Cornwell (http://colpidiscena.blogspot.it/2013/01/un-letto-di-ossa-non-mettera-dormire.html) alla prolifica Kathy Reichs e arriva fino alla nostrana Alessia Gazzola con i suoi vendutissimi medical thriller. 
Il nascondiglio della farfalla fa il suo debutto nel fortunato filone dei gialli “al femminile”, ma la sua genuinità e un timbro di voce originale vanno al di là delle mode letterarie e del prodotto di mass-market.  
Non possiamo che salutare con favore l’ingresso nel mondo poliziesco di un personaggio così realistico e coinvolgente come quello della psicologa romana. 
Benvenuta, dottoressa Sandra Kapsa. Ci auguriamo di leggere al più presto un’altra tua avventura e di rivederti al lavoro.

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