lunedì 23 luglio 2012

IL MOVIMENTO LETTERARIO CREATO DA FALETTI E CARRISI

Quali sono i romanzi che, senza prendere di petto la storia nazionale, hanno liquidato dal 2002 in poi il New Italian Epic? Qual è l'epica letteraria dell'era Monti? Quali sono i romanzi che hanno anticipato il nostro governo tecnocratico? 
Un tentativo di storicizzare il Global Thriller, il più importante fenomeno commerciale degli ultimi 15 anni. Un filone di "puro genere” che ha mandato in soffitta il New Italian Epic. 


Senza che nessuno se ne accorgesse, nessuno intendo della critica ufficiale, della critica “che conta”, nel 2002 esce un thriller che partendo da una storia di fantasia non esce dagli steccati del genere e ne accetta i dettami senza metterli mai, e dico mai, in discussione. Io uccido, ambientato da Faletti nel Principato di Monaco, non si preoccupa di aprire finestre di scrittura o di spaccare da dentro il genere, di contaminarlo con chissà quale altro repertorio. Faletti lavora sui pieni e non suoi vuoti, non è postmoderno ma è semplicemente ritmato, veloce ed enfatico nei punti giusti. Quattro milioni di copie vendute. E’ un vero e proprio terremoto, davanti alle cui scosse di assestamento molti addetti ai lavori fingono che non sia successo nulla. La trama è quella canonica, oserei dire classica. Un serial killer anticipa i propri crimini con telefonate a Radio Monte Carlo, mentre un ex agente dell’FBI gli dà una caccia serrata. Per far capire che non sta scherzando, successivamente Faletti dà alla luce Niente di vero tranne gli occhi (2004) e Fuori da un evidente destino (2006). Ancora una volta trame adrenaliniche, situazioni opprimenti, eroi con traumi difficili da metabolizzare.
Ma è l’uscita de Il suggeritore (2009) di Carrisi a consacrare ufficialmente il filone di importazione americana e soprattutto un modo diverso di percepire la scrittura e cercare un nuovo target commerciale in Italia. Dalla penna di Carrisi esce fuori una vicenda nera e cupissima. Una squadra di poliziotti super-addestrati rinviene una serie di cadaveri e affronta un cosiddetto “serial killer per induzione“, un uomo che induce altre persone a commettere omicidi al suo posto. Dunque, anche con Carrisi abbiamo sempre un thriller e abbiamo sempre un assassino seriale da fermare, il tutto supportato da uno stile grondante pathos e ambientato in uno scenario che ricorda molto quello statunitense.


Faletti e Carrisi si misurano con un genere di oltreoceano che prevede un’alta spettacolarità e continui colpi di scena, e lo fanno senza nessun complesso di inferiorità.
Perché uno scrittore italiano non può ambientare la propria storia a New York o in un’astratta arena “americanizzata”? Perché non può chiamare i suoi personaggi Nick, Fritz o Juliette? Eppure, per un equivoco che si è lungamente protratto nella repubblica delle lettere, la mancanza di realismo fa arricciare il naso ad alcuni critici snob. Naturalmente un silenzio assordante circonda Faletti e Carrisi, anzi, talvolta l’invidia dei colleghi ha la meglio, e spinge l’intellettuale di turno a stigmatizzarli e disprezzarli, a polemizzare, e ovviamente nessuno dei critici che prima aveva salutato con entusiasmo il New Italian Epic ha l’ardore di coniare per loro una di quelle immaginifiche definizioni che tanto piacciono al giornalismo di moda, magari, che so, quella di New Global Thriller.
Non si potrebbe pensare ad un contrasto maggiore tra il duo Faletti/Carrisi da una parte e il magistrato engagè Di Cataldo e dall’altra l’icona del martire Saviano. Brividi e sangue da una parte contro la riflessione critica sulla Seconda Repubblica dall'altra. L’universo fittizio e abilmente ricostruito di Faletti/Carrisi contro il realismo esasperato e lancinante di Romanzo criminale e GomorraLo scenario mondiale in cui si muovono i personaggi di Faletti e Carrisi contro una marginale Roma vintage o una Campania camorrizzata. L’affabulazione nuda e pura del thriller contro la denuncia dei moralisti alla Savonarola. La globalizzazione contro la localizzazione. Il modello fornito dal long-sellerista Jeffrey Deaver contro un sulfureo Ellroy nume tutelare di Di Cataldo e Saviano (1). Una iperviolenza immaginaria contro la sopraffazione indagata nella sua matrice sociale.


Le coordinate completamente opposte non impediscono a Faletti e Carrisi di diventare best-selleristi. Entrambi autori esordienti, un ex comico del Drive in il primo, un ex sceneggiatore di fiction tv il secondo, chiudono con l’epoca dell’impegno e propongono ai lettori prodotti di intrattenimento. Offrono un modello commerciale che in Italia non c’è mai stato: si rivolgono a un pubblico esteso che ama il genere e non strizzano l’occhio allo schieramento culturale di sinistra, da sempre prediletto dalla letteratura di qualità. L’approccio internazionale e l’operazione che avviene tutta “dentro un genere” segnano uno scarto netto. Per la prima volta in Italia ci sono scrittori di evasione e, incredibile a dirsi, non cercano per statuto di educare la cosiddetta società civile, ma offrono il mero piacere di una lettura scorrevole.
Così facendo, Faletti e Carrisi  tra il 2002 e il 2009 hanno generato dal nulla un orientamento meno fricchettone e radical chic del mercato librario, hanno individuato un target di schieramento trasversale e apolitico, e hanno anticipato idealmente, da un punto di vista storico, la Terza Repubblica, costituendo il movimento letterario più rappresentativo del primo decennio del Duemila e oltre.











[1] Romanzo Criminale sta a American Tabloid, come Gomorra sta a I miei luoghi oscuri.  

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