giovedì 29 ottobre 2015

IL MOLISE RISCOPRE IL CINEMA. I FILM COME TRAINO DEL TURISMO

Da IL POSTINO a LA GRANDE BELLEZZA fino a THE PASSION, non mancano esempi di come l’immaginario cinematografico possa fare decisamente bene alle economie locali. 
Alla lunga lista di movie-tourism, si aggiunge ora IL VIAGGIO, racconto corale ambientato in Molise che esalta volti e paesaggi di una terra incontaminata. 
E’ arrivato il momento di concedere maggiori stanziamenti perché i format audiovisivi permettano ai visitatori di riscoprire magnifici pezzi d’Italia. Il cine-turismo valorizzerà il made in Italy con prospettive originali e creative, come sta facendo la commedia IL VIAGGIO. 

Difficile non innamorarsi della primitiva e rarefatta Matera di The Passion, del Salento di Allacciate le cinture e Mine vaganti, della Lampedusa filmata da Criatore in Respiro. Impossibile che non si ami la Roma barocca de La grande bellezza e che non resti impresso il suo contraltare crepuscolare in Suburra. E che dire delle isole di Procida e Salina che hanno ospitato il set de Il Postino, o del delizioso paesino di Santa Maria di Castellabbate della commedia Benvenuti al Sud? O ancora della San Gimignano di Un tè con Mussolini, dove un gruppo di aristocratiche inglesi amanti dell’arte difendono dai tedeschi i tesori della Toscana? 
Se la cultura è “il petrolio d’Italia”, la nostra ricchezza, il motore di un paese piegato dalla corruzione e dalla criminalità ma dotato di un patrimonio di luoghi e monumenti eccezionali, allora il giacimento da cui attingere appare subito il cinema. La Settima Arte che sfrutta la natura e la storia dello Stivale, che impiega i paesaggi come teatri di posa, che catalizza l’attenzione del pubblico su facce, sfondi, oggetti e cibi degni di nota. La bellezza panoramica delle nostre regioni ed il fascino millenario di borghi, paesi incantati e città d’arte donano all'osservatore "emozioni visive" davvero uniche.
Il primo film che ha fatto gridare critica e istituzioni al cine-turismo è stato Basilicata coast to coast, una commedia dal sapore dolce amaro che metteva in scena un viaggio tra ambienti ricchi di suggestione. Da allora si è cominciato a pensare che raccontare l'Italia attraverso le immagini audiovisive avrebbe giovato a far scoprire le realtà locali, mettendo sotto i riflettori i prodotti tipici e le bellezze artistiche e naturali. E dati alla mano non si può negare che la Puglia, il Trentino o il Piemonte siano diventate mete trendy per le vacanze anche grazie a film di successo ambientati in quegli scenari.   
Si è fatto un gran parlare di storytelling, ma per troppo tempo ci si è dimenticati di applicare questo concetto narratologico al settore del turismo per poter posizionare il marchio del made in Italy in modo vincente. Un soggetto cinematografico corredato da sequenze emozionanti e capaci di trasmettere una visione poetica induce lo spettatore a rivivere l'esperienza del film nelle rispettive location; è strumento di valorizzazione  del patrimonio, si fa icona – tangibile o astratta - di tradizioni storiche e culturali, materiali e simboliche, appartenenti a un luogo immediatamente riconoscibile. Il cinema insomma restituisce l’energia vitale di una geografia del presente e del passato. 
E’ quello che sta facendo il regista Alfredo Arciero con IL VIAGGIO, una divertente e pensosa commedia on the road che racconta di cinque persone che prendono il treno della tratta Carpinone-Sulmone, la cosiddetta “Transiberiana d’Italia”. Tante vite in viaggio, ognuna per ragioni diverse, che lungo il tragitto ferroviario saranno chiamati a svelare qualcosa di se stessi ed affronteranno i problemi che li assillano, accompagnati dal lento incedere del treno attraverso un Molise aspro e lunare. Tra i personaggi spiccano il politico idealista (Fabio Ferrari), che detesta le sue origini rurali e fa i conti con la coscienza quando un finanziatore gli dà una valigetta piena di soldi, e un imprenditore ridotto sul lastrico (Maurizio Santilli), che si sente un fallito anche con i familiari e decide di farla finita sparandosi un colpo alla tempia. 
L’approccio è quello della commedia all’italiana: far ridere di cose serie, offrire un ritratto realistico della società e compiere una critica di vizi e virtù italici. 
«La commedia all'italiana è questo: trattare con termini comici, divertenti, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici.», spiegava Mario Monicelli. 
IL VIAGGIO aggiorna all’oggi la fortunata ricetta anni Settanta con un linguaggio post-moderno, un ritmo indiavolato, battute memorabili, personaggi indimenticabili e tanti colpi di scena, raccontando la realtà quotidiana di un paese smarrito, di uomini e donne alla ricerca di un significato più profondo per le loro esistenze, ma senza mai rinunciare ad una affilata ironia. 
Un cast affiatatissimo ed una regia sempre attenta stanno permettendo di non sforare il budget e ci regaleranno immagini significative di una regione impervia ed incontaminata, un territorio che custodisce ancora arcaiche tradizioni montanare e pastorali, e trova la sua Grande Bellezza in montagne, boschi, prati, fiumi, tratturi della transumanza e colori sgargianti della natura ma anche nella millenaria storia che vede numerose testimonianze archeologiche, culturali ed artistiche. 
Oltre a portare indotto nella regione, la realizzazione de IL VIAGGIO ha di fatto strappato il Molise ad una marginalizzazione culturale che ha eccessivamente penalizzato quell’area e costituisce l’atto di nascita di una industria audiovisiva che non è solo romano-centrica. Esperienza pioneristica, questo film intende fare da traino ad un turismo più intelligente e di nicchia sul territorio e i produttori dell'opera si auspicano di promuovere un’immagine positiva del Molise anche all’estero. E, a giudicare dalla visione dei primi giornalieri del film, non dubitiamo che ci riusciranno. 

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