Quali
sono i romanzi che, senza prendere di petto la storia
nazionale, hanno liquidato dal 2002 in poi il New Italian Epic? Qual è l'epica letteraria dell'era Monti? Quali sono i romanzi che hanno anticipato il nostro governo tecnocratico?
Un tentativo di storicizzare il Global Thriller, il più importante fenomeno commerciale degli ultimi 15 anni. Un filone di "puro genere” che ha mandato in soffitta il New Italian Epic.
Un tentativo di storicizzare il Global Thriller, il più importante fenomeno commerciale degli ultimi 15 anni. Un filone di "puro genere” che ha mandato in soffitta il New Italian Epic.
Senza che nessuno se ne accorgesse,
nessuno intendo della critica ufficiale, della critica “che conta”, nel 2002 esce
un thriller che partendo da una storia di fantasia non esce dagli steccati del
genere e ne accetta i dettami senza metterli mai, e dico mai, in discussione. Io uccido,
ambientato da Faletti nel Principato di Monaco, non si preoccupa di aprire
finestre di scrittura o di spaccare da dentro il genere, di contaminarlo con
chissà quale altro repertorio. Faletti
lavora sui pieni e non suoi vuoti, non è postmoderno ma è semplicemente ritmato,
veloce ed enfatico nei punti giusti. Quattro milioni di copie vendute. E’
un vero e proprio terremoto, davanti alle cui scosse di assestamento molti
addetti ai lavori fingono che non sia successo nulla. La trama è quella
canonica, oserei dire classica. Un serial killer anticipa i propri crimini con
telefonate a Radio Monte Carlo, mentre un ex agente dell’FBI gli dà una caccia
serrata. Per far capire che non sta scherzando, successivamente Faletti dà alla
luce Niente di vero tranne gli occhi (2004) e Fuori da un evidente
destino (2006). Ancora una volta trame adrenaliniche, situazioni
opprimenti, eroi con traumi difficili da metabolizzare.
Ma è l’uscita de Il
suggeritore (2009) di Carrisi a consacrare ufficialmente il filone di
importazione americana e soprattutto un modo diverso di percepire la scrittura
e cercare un nuovo target commerciale in Italia. Dalla penna di Carrisi esce
fuori una vicenda nera e cupissima. Una squadra di poliziotti super-addestrati
rinviene una serie di cadaveri e affronta un cosiddetto “serial killer per induzione“, un
uomo che induce altre persone a commettere omicidi al suo posto. Dunque, anche con Carrisi abbiamo
sempre un thriller e abbiamo sempre un assassino seriale da fermare, il tutto
supportato da uno stile grondante pathos e ambientato in uno scenario che ricorda
molto quello statunitense.
Faletti
e Carrisi si misurano con un genere di oltreoceano che prevede un’alta
spettacolarità e continui colpi di scena, e lo fanno senza nessun complesso di
inferiorità.
Perché uno scrittore italiano non può ambientare la propria storia
a New York o in un’astratta arena “americanizzata”? Perché non può chiamare i
suoi personaggi Nick, Fritz o Juliette? Eppure, per un equivoco che si è
lungamente protratto nella repubblica delle lettere, la mancanza di realismo fa
arricciare il naso ad alcuni critici snob. Naturalmente un silenzio assordante
circonda Faletti e Carrisi, anzi, talvolta l’invidia dei colleghi ha la meglio,
e spinge l’intellettuale di turno a stigmatizzarli e disprezzarli, a
polemizzare, e ovviamente nessuno dei critici che prima aveva salutato con
entusiasmo il New Italian Epic ha l’ardore di coniare per loro una di quelle
immaginifiche definizioni che tanto piacciono al giornalismo di moda, magari,
che so, quella di New Global Thriller.
Non si potrebbe pensare ad un contrasto maggiore tra il duo Faletti/Carrisi da una parte e il magistrato engagè Di Cataldo e dall’altra l’icona del martire Saviano. Brividi e sangue da una parte contro la riflessione critica sulla Seconda Repubblica dall'altra. L’universo fittizio e abilmente ricostruito di Faletti/Carrisi contro il realismo esasperato e lancinante di Romanzo criminale e Gomorra. Lo scenario mondiale in cui si muovono i personaggi di Faletti e Carrisi contro una marginale Roma vintage o una Campania camorrizzata. L’affabulazione nuda e pura del thriller contro la denuncia dei moralisti alla Savonarola. La globalizzazione contro la localizzazione. Il modello fornito dal long-sellerista Jeffrey Deaver contro un sulfureo Ellroy nume tutelare di Di Cataldo e Saviano (1). Una iperviolenza immaginaria contro la sopraffazione indagata nella sua matrice sociale.
Non si potrebbe pensare ad un contrasto maggiore tra il duo Faletti/Carrisi da una parte e il magistrato engagè Di Cataldo e dall’altra l’icona del martire Saviano. Brividi e sangue da una parte contro la riflessione critica sulla Seconda Repubblica dall'altra. L’universo fittizio e abilmente ricostruito di Faletti/Carrisi contro il realismo esasperato e lancinante di Romanzo criminale e Gomorra. Lo scenario mondiale in cui si muovono i personaggi di Faletti e Carrisi contro una marginale Roma vintage o una Campania camorrizzata. L’affabulazione nuda e pura del thriller contro la denuncia dei moralisti alla Savonarola. La globalizzazione contro la localizzazione. Il modello fornito dal long-sellerista Jeffrey Deaver contro un sulfureo Ellroy nume tutelare di Di Cataldo e Saviano (1). Una iperviolenza immaginaria contro la sopraffazione indagata nella sua matrice sociale.
Le
coordinate completamente opposte non impediscono a Faletti e Carrisi di
diventare best-selleristi. Entrambi autori esordienti, un ex comico del Drive in il primo, un ex sceneggiatore
di fiction tv il secondo, chiudono con l’epoca dell’impegno e propongono ai
lettori prodotti di intrattenimento. Offrono un modello commerciale che in
Italia non c’è mai stato: si rivolgono a un pubblico esteso che ama il genere e
non strizzano l’occhio allo schieramento culturale di sinistra, da sempre
prediletto dalla letteratura di qualità. L’approccio internazionale e
l’operazione che avviene tutta “dentro un genere” segnano uno scarto netto. Per la prima volta in Italia ci sono scrittori di evasione e, incredibile a dirsi, non cercano per statuto di educare la cosiddetta società civile,
ma offrono il mero piacere di una lettura scorrevole.
Così facendo, Faletti e Carrisi tra il 2002 e il 2009 hanno
generato dal nulla un orientamento meno fricchettone e radical chic del mercato librario,
hanno individuato un target di schieramento trasversale e apolitico, e hanno anticipato idealmente,
da un punto di vista storico, la Terza Repubblica, costituendo il movimento letterario più rappresentativo del primo decennio del Duemila e oltre.
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