martedì 23 aprile 2013

IN RETE DAL 29 APRILE LA NUOVA SERIE WEB DI ROBERTO D'ANTONA


Su YouTube, da Lunedì 29 Aprile il primo episodio della serie web/tv “Johnny”:
5 appuntamenti da non perdere, pensati per un format ed un medium che rappresentano il futuro dell’audiovisivo (ma anche, non si sa mai, per sbocchi televisivi).

Mentre nelle sale cinematografiche gli ingressi calano inesorabilmente (rispetto al 2011 il 10% in meno nel 2012 e il 15% in meno nel primo trimestre del 2013) e le presenze in sala dei film italiani diminuiscono del 36,23% rispetto al 2011, la nuova frontiera dell’audiovisivo sembra essere sempre di più il web. Maria De Filippi ha da poco aperto la sua Witty Tv e Simona Ventura inaugura Cooking Simo, web series tra la sit com e il programma di cucina. Ma in rete ci sono progetti che hanno anche una forte vocazione cinematografica e che si rivolgono a quei spettatori che disertano le sale – per il prezzo del biglietto troppo alto o per la scarsa qualità delle proposte dei “soliti noti”, non importa il motivo – e che paradossalmente nel piccolo schermo del computer cercano emozioni a buon mercato.
Di emozioni nella nuova web serie di Roberto D’Antona Johnny ce ne sono a volontà. La prima puntata scorre via con un ritmo adrenalinico e una suspense che ti fa chiedere ad ogni minuto cosa succederà. Non a caso l’episodio pilota è stato selezionato al "California Film Awards 2013", al "BiFF - Festival del Cinema e del Cortometraggio 2013" e al "FI-PI-LI Horror Festival 2013 di Livorno".
(Il trailer visionabile su: http://www.youtube.com/watch?v=sOuQIZEzKmo)

La vita di Daniele Cortesi, un uomo comune, viene sconvolta quando la sua amante viene assassinata. Accusato di omicidio, affronterà un lungo anno fra assistenti legali e sedute psichiatriche. Dimostrata la sua innocenza, per mancanza di prove, Daniele ritorna alla normalità. Pronto a ricominciare una nuova vita si lascia tutto alle spalle, ma l'incontro con un misterioso individuo turberà nuovamente la sua esistenza.  Come andrà a finire?

La storia riserva molte sorprese e, quando meno lo si aspetta, parte con brusche accelerazioni. I dialoghi, sempre tesi e brillanti, sembrano scritti da Tarantino e talvolta hanno un adorabile tocco surreale. La regia si apre ad immagini di grande effetto e, supportata da un’ottima colonna sonora e da un montaggio sapiente, regala primi piani intensi e si concentra nei dettagli (forse è nei dettagli che si coglie l’essenza della vita). La fattura del prodotto è veramente professionale e ci fa dimenticare di essere di fronte ad una web serie realizzata con il volontarismo e mezzi economici esigui. La vena thriller della serie e la sua componente giallistica si fondono perfettamente con il tono comico, con gli stilemi dell'horror e con la parte drammatica del plot, come in un concerto coinvolgente e puntuale dove non ci sono mai mai stonature. L’unico neo del progetto indipendente, se proprio vogliamo trovare in esso un difetto, è la recitazione di alcuni attori, che non sempre sono all’altezza o in certi contesti appaiono fuori ruolo. Ma poi, per fortuna, i misteri della storia e l’atmosfera intrigante ci rapiscono e seguitiamo a chiederci cosa diavolo nascondono i personaggi della serie. Sì, perché ogni personaggio cela qualcosa di se stesso. Forse non è quello che dice di essere. Forse è vicino al suo punto di rottura. Forse ha un suo lato torbido che tiene a freno. Ma per scoprirlo dovremo arrivare all’ultima puntata.


Lo slogan della serie è:                
NON SARA’ FACILE LIBERARVI DI “JOHNNY”
Ed ogni lunedì ogni regola verrà infranta: amore, odio, paura, violenza sconvolgeranno la rete...

A pochissimi mesi dal successo della prima serie web  italiana di zombie “A.Z.A.S. ALL ZOMBIES ARE STUPID” , vincitrice di ben 5 premi a "LA WEB SERIES FESTIVAL 2013" di LOS ANGELES  (Festival delle web series più importante al mondo) come miglior regia, produzione, colonna sonora e montaggio sonoro, ed effetti speciali, lo stesso team ha sfornato un altro progetto: più ambizioso, d’impatto e maturo: cinque episodi di 40 minuti che non mancheranno di stupire.
 “Johnny” è la prima serie TV/WEB thriller firmata Grage Pictures in collaborazione con IndieWorks, che ancora inedita ha già catturato l’attenzione di diverse emittenti televisive, tra cui la Rai che ne ha sponsorizzato l’uscita del trailer ufficiale, e la curiosità dei fan.

Inoltre ricordo che la  Grage Pictures ha organizzato alcuni eventi gratuiti nella provincia di Taranto, ai quali parteciperanno le autorità locali, la stampa, gli attori e tutti coloro i quali hanno reso possibile la realizzazione di quest’ambizioso progetto oltre che naturalmente  tutti I numerosissimi fan della GRAGE PICTURES che volessero godersi lo spettacolo sul grande schermo.
Le date stabilite ancora disponibili sono:
25 e 26 Aprile ore 20,30 presso  il Centro Culturale Comunale –  Monteparano;
27 Aprile ore 20,30 presso il Teatro Monticelli – Grottaglie;
28 Aprile ore 20,30 presso il Teatro Comunale – Carosino

6 commenti:

  1. io la sto attendendo da tantissimo... sara sicuramente un capolavoro

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  2. Anche io aspetto e faccio sinceramente le congratulazioni per le selezioni oltreoceano e non solo. Cerchiamo di essere obiettivi e giudiziosi però: D'Antona ha dichiarato che per la realizzazione del progetto hanno raccolto autofinanziandosi 4000 euro (se non sbaglio). Tale somma è "esigua" se paragonata ai costi di un "vero" film, ma non stiamo parlando di 20 euro. Non facciamo passare comunque una cospiqua risorsa economica come una bazzecola. Tra gli artisti ci sono professionisti, così come nello staff di supporto dietro le telecamere. Non chiamiamolo "amatorialità". D'Antona ha dichiarato che fa solo quello e per mesi hanno registrato ogni giorno, non chiamiamolo "volontarismo da tempo lubero" un impegno professionale. Non c'è nulla di male nell'ammettere la propria forza e organizzzazione, perché farsi passare per squattrinati amatori con gran passione? Per ricevere un "che bravi" in più? Non ne hanno bisogno. E' mancanza di rispetto verso chi veramente lo fa amatorialmente con 20 euro nel portafoglio (il web ne è pieno). Io ammiro D'Antona, quello che ha fatto e continua a fare, il cinema italiano ha bisogno di un gran rilancio e D'Antona ha le carte per farlo. Ha un sogno che gli auguro di realizzare. Però non può continuare a farsi passare come un ragazzino alle prime armi. A Roberto critico il fatto che continua a sostenere di non farlo per "fama". Ma se il suo sogno è di sfondare, non può non farlo per fama, è un controsenso. Se non lo facesse per fama non farebbe tanta pubblicità, semplicemente realizzerebbe il video, lo metterebbe online e stop. Oppure quando dice di non farlo per "soldi"; come youtube partner ha un guadagno sulle visite e se non sbaglio questo progetto è in vendita per alcune tv, quindi non parliamo di cioccolatini ma di soldi. Sono bravissimi, hanno aspirazioni, hanno un sogno, possono realizzarlo, sono sempre più dei professionisti... che gettino la maschera! Senza questa ipocrisia di fondo, sarei il fan numero 1 di D'Antona. Voglio precisare che questo non è un attacco alla GP, come loro anche altri youtubers come Willwoosh hanno realizzato serie web facendole passare per "cosa fatta da 4 ragazzi" quando poi hanno ricevuto aiuti (seppure free) da studi professionistici che si occumano che so, di effetti speciali. Dove sta il rispetto per i veri "4 ragazzi e una telecamera"? - Jaz - (ho scritto 2 volte, temo che la prima non si sia postata... se vi appare chiedo scusa per la ripetizione)

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  3. La differenza tra professionismo e amatorialità è che nel primo sei pagato e inserito in un circuito economico e di broadcaster, nel secondo non sei remunerato e chiaramente sei a caccia di un ingaggio. Non vedo nulla di male se qualcuno tenta il salto di livello, rischiando di tasca propria. Certo, le differenze tra la serie realizzata con economia di mezzi e quella prodotta da Indigo con un budget di 100.000 euro e pensata per uno sfruttamento commerciale si vedono chiaramente. Il problema di quegli audaci youtubers che tentano di entrare nel mercato, un mercato a dire il vero molto ristretto, è che non possono contare su una remunerazione ma solo sul loro volontarismo e non hanno alle spalle una promozione e una distribuzione forte.
    Approfondirò questo concetto in un articolo sul prossimo numero di Speechless Magazine, di "analisi finanziaria delle web-series".

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    1. Voglio precisare che non intendevo dire che c'è qualcosa di male nel voler fare il salto di livello. Volevo solo dire che forse bisognerebbe essere più obiettivi e seppur non sono paragonabili 4000 euro con i costi di una "vera" produzione, non si può nemmeno trattarli come fossero 20 euro. Spesso chi ha comunque una buona risorsa da sfruttare, spaccia il proprio lavoro come fosse fatto a costo zero. Il motivo è semplice: fa comodo e si ricevono più complimenti, se davvero si crede che è stato fatto con una telecamera da 100 euro di seconda mano e basta. Questo è quello che non mi piace. Oppure quando ci si nasconde dietro una falsa modestia "non lo facciamo per fama o per soldi" quando è più che evidente che lo si fa sperando di avere fama e soldi (vivere di cio che ci piace). E ripeto, non c'è nulla di male anzi, è bello che i sogni si realizzano! Ma senza ipocrisie :-) Altrimenti a chi guarda arriva che si sta recitando anche fuori dal set, alemeno a me arriva cosi. E me ne spiace. Un'altro esempio che poco capisco da parte di Roberto: recentemente ha dichiarato che "ho iniziato con piccoli lavori tra amici ovviamente mai pubblicati". E' falso, io li ho visti su youtube anni fa. Perché rinnegare così il proprio passato? Perché erano grezzi, con tanti difetti tecnici, realizzati con quello che si aveva a disposizione e basta? Caspita, ma è proprio il loro bello! Erano "passione". Invece no, rinnegato tutto. Tirato una riga sul passato, nuovo anno 0, e via. Io capisco che il mercato necessita talvolta di "anni 0", soprattutto quando si vuole cambiare marcia... ma sono espedienti. E lo dice la parola stessa: espedienti. D'Antona dovrebbe andare fiero delle sue vecchie opere, invece le ha nascoste con un colpo di spugna. Personalmente azzardo anche a dire che mi piacevano di più quelli, erano intrisi di passione e D'Antona non mi dava l'impressione di recitare una parte dentro e fuori al set, ma solo dentro. Quello si che mi piaceva. Invece adesso vedo quello strato di finzione di fondo, forse inevitabile quando si arriva a qualche livello, che mi ha fatto perdere fascino. Anche se ripeto, reputo i suoi lavori di una crescente qualità, sempre migliore, sempre + bella. Ma per "piacere", a un occhio che non si ferma alla copertina... non basta :-) Però... magari sono io che ci vedo male eh! :D

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  4. Io credo che ci si dovrebbe limitare solo a giudicare le opere, e nient'altro. Ogni artista ha i suoi artifici e i suoi umani difetti, a volte bara con se stesso, millanta, minimizza, deborda, nasconde i propri fallimenti. Ma l'artista è un uomo come tanti. Quando passa a produrre arte, si esprime e si sublima. E i fruitori dovrebbero dimenticare ciò che sta dietro l'opera.

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    1. Concordo in parte: è vero che se parliamo di opere dobbiamo lasciar fuori gli aspetti personali di chi ci sta dietro. Ma nell'articolo non si parlava dell'opera in quanto tale, con un giudizio puramente tecnico... si parlava anche del "fenomeno", della Grage Pictures, di ciò che rappresenta e di ciò che fa. E' inevitabile, senza entrare nel personale su Roberto, andare però anche ad analizzare il modo di presentarsi e le sue dichiarazioni. Di un carillon io non ho mai giudicato solo la scatolina, ma anche la musica che esprime (senza però andare mai a pensare a chi è e cosa fa nella sua vita il suo costruttore). Roberto è il falegname e dunque lo lasciamo fuori da tutto; il film è la scatola che gira, il lato tecnico; la passione e l'immagine che Roberto da al suo lavoro è il tono della musica che accompagna il tutto, anche questo da giudicare a mio parere :-) Forse dovrei essere più obiettivo ed analizzare solo il video in se, eppure mi sembrerebbe di tralasciare qualcosa di importante. Sono sicuro però che se ai tempi D'Antona mi aveva colpito (tanto da continuare a cercare sue novità su youtube), era anche per quel lato che mi suggerisci di non guardare; al contrario forse, se avrei guardato solo i video in quanto tali, non avrei cercato più nulla perché le carenze erano tante. Il punto è che erano immerse in quella passiona che ti appassiona e che purtroppo, non vedo più a dispetto di un cartellone pubblicitario ostentato fin troppo :)

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